a cura del Dott. Francesco Gabbai, geofisico e responsabile tecnico di Sorgiva

Il fiume Liri nasce in Abruzzo, attraversa la Valle Roveto e scorre nel Lazio fino a Isola del Liri, dove confluisce nel Garigliano. È una risorsa importante per agricoltura ed ecosistemi di entrambe le regioni.

Cosa dicono i monitoraggi

Le agenzie regionali ambientali di Lazio e Abruzzo segnalano da anni pressioni sul Liri: scarichi urbani, usi industriali e agricoli. In diversi punti sono stati rilevati tensioattivi (componenti dei detergenti) e tracce di metalli, con occasionali fenomeni di schiuma.
Nel settembre 2025, un episodio nel tratto laziale ha portato a una sospensione temporanea dell’irrigazione; il servizio è ripreso dopo che i valori sono rientrati nella norma.

Acqua potabile: non dal corso principale

Gli acquedotti non prelevano acqua direttamente dal fiume.

  • Lazio (ATO 5 – Frosinone): l’approvvigionamento si basa su sorgenti e campi pozzi come Posta Fibreno, Capodacqua e Tufano.
  • Abruzzo: anche qui l’acqua potabile proviene da sorgenti e pozzi, tra cui le captazioni “Liri–Verrecchie”

La qualità del Liri resta però importante perché il fiume ricarica le falde e perché le sue acque sono largamente utilizzate per irrigazione agricola.

Irrigazione e possibili ricadute

Con irrigazione a goccia o nel suolo, il contatto diretto con le parti edibili delle piante è minimo.
Con irrigazione dall’alto, una piccola quota di tensioattivi potrebbe depositarsi sulle foglie: è un’ipotesi prudenziale che richiede dati specifici su colture e concentrazioni.

Anche i pozzi vanno monitorati

Nelle pianure collegate al Liri esistono acquiferi in parte confinati, talvolta con comportamento artesiano (acqua che risale spontaneamente). Chi utilizza un pozzo privato dovrebbe effettuare analisi periodiche e, se necessario, installare sistemi di trattamento.

Cosa consiglia Sorgiva a chi utilizza l’acqua di pozzo

  • Analisi regolari delle acque di pozzo e dei punti di presa irrigua.
  • Filtrazione, carbone attivo, osmosi inversa, clorazione o UV per chi utilizza acqua propria (da pozzo o derivazione superficiale); l’impianto va comunque progettato su misura in base ai risultati di analisi chimiche e microbiologiche.
  • Manutenzione programmata degli impianti.

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Fonti principali

Immagine di copertina del post sotto licenza CC-BY-SA 3.0 di Harlock81