Dal 1° luglio di quest’anno a Vicenza è in corso il maxiprocesso nei confronti della società chimica Miteni per avvelenamento delle acque e reati ambientali. Infatti, dagli anni ’60 il Veneto ha subito costantemente lo sversamento di sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) su un’area di 700 Km tra Verona, Vicenza e Padova, definita la “zona rossa”. L’inquinamento ha provocato gravi danni alla salute dei cittadini. Le patologie riscontrate sono principalmente tumori ai reni, malattie della tiroide, ipertensione in gravidanza.

Contaminazione delle falde acquifere a Vicenza, Padova e Verona

Tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre del 2021, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite ha inviato in Veneto una delegazione per fare chiarezza sullo stato della contaminazione da Pfas. Uno dei delegati ONU, Marcos Orellana, ha affermato che la regione Veneto:

ha intrapreso una serie di azioni, come l’installazione di filtri a carbone, per la depurazione dell’acqua potabile nelle zone più inquinate da Pfas“, la qual cosa solleverebbe serie preoccupazioni tra coloro che vivono nelle altre aree interessate.

All’interno della “zona rossa”, trenta comuni hanno dovuto far fronte all’inquinamento dell’acqua potabile con costosi sistemi di filtrazione a carboni attivi. Questi depuratori presuppongono, inoltre, una manutenzione costante e un cambio filtri ogni 4 mesi.

Purtroppo ci sono numerose famiglie che non sono allacciate alla rete idrica e che attingono acqua da pozzi privati per uso alimentare e irriguo. Pertanto la Regione Veneto ha emesso un’ordinanza che impone anche in questi casi il rispetto degli stessi limiti previsti per l’acqua di acquedotto.

Come tutelarsi?

I sistemi per eliminare il Pfas dall’acqua di rubinetto sono:

  • Filtri a carboni attivi o microfiltrazione – trattiengono prodotti organici e chimici, come i Pfas, fertilizzanti, pesticidi ecc. Migliorano inoltre la qualità dell’acqua potabile, in quanto eliminano odori e sapori sgradevoli, come ad es. il retrogusto di cloro
  • Osmosi inversa – è un depuratore provvisto di una membrana filtrante che trattiene il 99% delle sostanze disciolte nell’acqua: pfas, virus, batteri, metalli, sostanze chimiche, acidi, sali ecc. Produce acqua oligominerale estremamente leggera e pura. Si può installare nel sottolavello della cucina.

Per le acque di pozzo, invece, il discorso è diverso. Prima di procedere alla potabilizzazione, che consente di utilizzare l’acqua per bere, cucinare, abbeverare gli animali e irrigare le piantagioni, è necessario farne analizzare un campione sotto il profilo microbiologico e chimico. Dai risultati delle analisi di laboratorio potremo decidere come intervenire su quella determinata acqua. In tal caso, consigliamo di rivolgervi a professionisti del settore per pianificare l’intervento.

Approfittate del bonus depuratori per risolvere definitivamente il problema Pfas

Fino a dicembre 2023, se acquisterete un deporatore è prevista una detrazione fiscale fino al 50%, per un massimo di spesa di € 1000 per i privati e di € 5000 per aziende, enti e associazioni.

Per qualsiasi informazione potete rivolgervi a Sorgiva

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