Anche quest’anno, nonostante la pandemia da Coronavirus, Roma celebra il suo Natale. Tra le numerose manifestazioni organizzate, alcune sono dedicate alle fontane di Roma e al profondo legame tra l’Urbe e le sue acque. Emblematica è l’installazione Roma Regina Aquarum al fontanone dell’Acqua Paola, conosciuta dai romani come il Fontanone del Gianicolo. Attraverso un racconto sonoro e un gioco di luci, si narra la storia delle acque di Roma attraverso i secoli.

Noi di Sorgiva abbiamo già discusso in numerosi articoli di come sia sconveniente in una città come Roma, nota per la qualità della sua acqua, comprarla nei supermercati. Infatti, per abitudine o cattiva informazione si preferisce spesso acquistare l’acqua in bottiglia proveniente da altri luoghi d’Italia. Quale occasione migliore, dunque, l’iniziativa del comune di Roma di celebrare le acque dell’Urbe per ribadire ancora una volta l’invito a bere dal rubinetto di casa.

Pertanto, riportiamo alcuni estratti di questa suggestiva narrazione, ascoltata davanti al Fontanone, in una tiepida serata di primavera.

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Roma regina delle acque

Sorta sulle sponde di un fiume “dal corso ameno con salti rapidi e biondo per il molto limo” come Virgilio lo descrive. Il Pater Tiberinus, il Tevere: fiume generoso, che per quattro secoli ha placato da solo la sete dei primi abitanti e ha trasformato Roma nella capitale di un Impero. Prima delle infinite fonti che scorrono nel suo sottosuolo, protette dal dio Fons e dalla ninfa Egeria, e celebrate ogni anno nella festa della Fontinalia.

Roma dominatrice delle acque, con gli 11 acquedotti che in età Repubblicana e durante l’Impero si costruirono per interesse pubblico e orgoglio civico, cercando sorgenti in ogni direzioni: ad est l’Acqua Appia, l’Acqua Ania, l’Acqua Marcia tutte fonti della valle dell’Aniene, poi l’Acqua Virgo la cui scoperta, leggenda narra, sia dovuta ad una giovane fanciulla, ma che certo si distingue per la sua purezza, e ancora ad est l’acqua Claudia proveniente dai monti Simbruini e infine l’Acqua Alexandrina; a nord l’Acqua Alsientina sottratta al lago Martignano, e l’Acqua Traiana che trae origine da lago di Bracciano; infine a sud l’Acqua Tepula, cosiddetta per la temperatura mite che la zona vulcanica dei Colli Albani le conferisce, e l’Acqua Iulia che insieme a lei viaggia in condotti segreti e paralleli. […].

Magnifiche opere d’ingegno gli acquedotti romani! Sono l’elemento che, più di ogni altro, ha reso possibile la supremazia della città di Roma e l’affermazione della sua civiltà. […].

Il declino dell’Impero dischiude le porte al Medioevo: Roma assediata e condannata alla sete dagli invasori Goti che danneggiarono le tubature imperiali; ed è una Roma spopolata, quella costretta ad abbeverarsi al fiume… Ed ecco riapparire per le vie della città, gli antichi acquari o acquaioli, che con i loro muli carichi di barili si muovono per la città per vendere l’acqua prelevata a Ponte Milvio e poi filtrata, per dissetare i romani.

E’ la Roma pontificia, tredici secoli dopo l’ultimo acquedotto imperiale, a volere il ritorno dell’acqua potabile all’Urbe. Destinata primariamente alle ville papaline quest’acqua venne poi “generosamente” offerta anche alla plebe […].

Da principio furono le “Mostre”, fontane imponenti, che dovevano appunto “mostrare” pubblicamente la limpidezza delle acque portate in città da sorgenti lontane: coincidono con il termine finale dell’acquedotto che le alimenta per omaggiarne il committente […]. Infine Roma dai tremila nasoni, le fontanelle di acqua potabile sparpagliate per le vie dalla città ad aspettare, quale dono prezioso, i romani assetati e i turisti accaldati dal troppo camminare.

Dispensatrici di acqua corrente sempre fresca con quel caratteristico rubinetto ricurvo, che ricorda un grande naso da cui prendo il nome popolare, quello con cui si impara a chiamarle sin da bambini.

Volute da Luigi Pianciani, primo sindaco della capitale del Regno unificato, per portare acqua potabile a tutte le borgate, sono ancora oggi un esempio di civiltà impareggiabile e unico nel mondo.

Perché Roma è ancora e sempre regina dell’acqua, il bene comune, il più prezioso che la città offre da sempre generosamente a tutti.”

Testo di di Elisa Rocca

Se siete soliti acquistare acqua in bottiglia e volete smettere di farlo contattateci allo 06/55301052 oppure scrivete a contatti@sorgiva.info

Immagine in evidenza sotto licenza (CC BY-ND 2.0) da Flickr di Fabio Spinozzi.