In questa seconda parte di approfondimenti pubblicati sul sito www.sorgiva.info, affronteremo il tema della presenza di virus e batteri nell’acqua di pozzo e di come intervenire per sanificarla.

Gli argomenti trattati settimanalmente sono i seguenti:

Acque di pozzo contaminate da virus, batteri e parassiti

Le acque di pozzi artesiani, che pescano in profondità, sono generalmente di qualità superiore di quelle di superfice. Tuttavia, anche le acque profonde non sono indenni da contaminazione microbiologica (batteri, virus, parassiti e funghi). Il rischio più comune è associato ai microrganismi patogeni di origine fecale responsabili di malattie a carattere gastroenterico. Inoltre, non va sottovalutato il pericolo di contrarre infezioni qualora si utilizzasse l’acqua contaminata per fini igienici o per lavare una ferita. In tali casi i microrganismi possono penetrare nelle mucose e nel sangue.

Da dove provengono i batteri che contaminano l’acqua di pozzo

Ogni giorno entriamo in contatto con milioni di batteri che, per la maggior parte, sono inoffensivi e, in molti casi, hanno un’azione benefica sulla salute, come ad es. i fermenti lattici. Infatti, il nostro intestino è popolato da moltissimi microrganismi che, nel loro complesso, costituiscono la flora batterica.

Tuttavia, alcuni microbi, definiti patogeni (virus, batteri o protozoi), possono arrecare gravi danni alla salute se vengono ingeriti, inalati o entrano a contatto con il sangue e le mucose.

Le acque di pozzo possono contenere virus e batteri di vario genere, ma per lo più di origine fecale, cioè provenienti da escrementi degli animali a sangue caldo, tra cui l’uomo.

La ragione è da ricercarsi nel fatto che i liquami, sversati sul suolo, trasportano una grande quantità di batteri eliminati con le feci dall’uomo e dagli animali e, con l’irrigazione e le piogge, questi elementi permeano il terreno e raggiungono le falde.

Tuttavia, i contaminanti microbiologici possono averse diverse provenienze. Le principali sono:

  • di origine fecale – i batteri provengono dall’intestino degli animali a sangue caldo.
  • la formazione di biofilm (aggregazione di microrganismi) all’interno degli impianti (pozzi, canalizzazioni, tubi). La presenza di materiale organico, la temperatura, i ristagni d’acqua ne favoriscono lo sviluppo.

Le analisi di laboratorio e gli indicatori microbiologici dell’acqua

L’acqua di pozzo deve essere controllata regolarmente. Per monitorare l’assenza di microrganismi è consigliabile farla analizzare una volta l’anno e, comunque, ogni qualvolta si percepisce un sapore diverso o un odore strano, oppure si osserva un intorbidimento dell’acqua.

Tuttavia, poiché è tecnicamente impossibile analizzare la presenza di tutti i patogeni, i laboratori utilizzano alcuni indicatori microbiologici per valutare la qualità dell’acqua e definirne la potabilità.

I batteri indicatori comunemente ricercati nelle analisi sono:

  • Gli E.coli – sono batteri di origine fecale, cioè microrganismi che vivono negli intestini degli animali a sangue caldo e che sono contenuti anche nei loro escrementi. La loro presenza nell’acqua è l’indicatore maggiormente attendibile di contaminazione fecale. La gastroenterite è la malattia più frequente associata all’ingestione di acqua contaminata da materiale fecale.
  • I coliformi totali – costituiscono un gruppo eterogeneo di batteri che vivono nell’intestino degli animali, ma che sono anche presenti nell’ambiente in generale, cioè nel terreno, nei vegetali e nell’acqua. Questi batteri sono di per sé inoffensivi, ma indicano che alcuni germi più pericolosi, come ad es. i coliformi fecali, potrebbero aver contaminato l’acqua. L’analisi dei coliformi totali permette principalmente di ottenere informazioni sulla vulnerabilità di un pozzo a infiltrazioni d’acqua inquinata proveniente dalla superfice o sullo sviluppo progressivo di “biofilm”.
  • Gli enterococchi – sono batteri presenti in natura e nel materiale fecale degli animali a sangue caldo. Nell’acqua di pozzo indicano una possibile contaminazione fecale o un’infiltrazione dalla superfice. Sono responsabili di una varietà di infezioni (endocarditi, infezioni intraddominali e delle vie urinarie).
  • Le spore di clostridi solfito riduttori – sono bacilli in grado di ridurre il solfito in solfuro e sono diffuse nel suolo, nelle acque, nella vegetazione. Più resistenti dei coliformi totali e fecali, il loro isolamento nell’acqua potabile indica una contaminazione fecale non recente.

Altri batteri particolarmente nocivi che potrebbero essere presenti nell’acqua, ma che necessitano di analisi specifiche sono:

  • La legionella pneumophila – è un pericoloso batterio che può proliferare nell’acqua ad una temperatura tra 25 °C e 42 °C  e si sviluppa sulle pareti delle reti idriche ed in particolare delle cisterne, dei serbatoi e dei boiler, soprattutto se ci sono ristagni d’acqua e materiale organico (biofilm). Provoca una grave malattia che si trasmette per via aerea nota come legionellosi che colpisce prevalentemente il sistema respiratorio con forme anche acute di polmonite.
  • La salmonella – è un batterio che può essere rilevato nell’acqua e in vari prodotti alimentari che sono stati a contatto con acqua contaminata. Provoca gravi disturbi all’apparato digerente.

Come intervenire in caso di contaminazione batterica

Se le analisi di laboratorio indicano la presenza di virus e batteri, l’acqua non può essere utilizzata né per consumo umano, né per abbeverare gli animali o irrigare campi.

Esistono vari sistemi per abbattere la carica batterica, il più utilizzato e sicuro è la clorazione. Il cloro viene immesso, con una pompa dosatrice, in un un serbatoio di accumulo a monte dell’impianto, per permettere un tempo sufficiente di contatto tra l’acqua e il cloro (circa 20 min.)

Un altro potente germicida è il debatterizzatore a raggi UV: i batteri muoiono al passaggio dell’acqua attraverso la lampada. In tal caso non è necessario ricorrere all’utilizzo di sostanze chimiche. Tuttavia questo sistema presenta alcuni limiti. Prima di essere utilizzato è necessario disinfettare accuratamente con il cloro tutto l’impianto e le tubature, per abbattere la carica batterica proliferata al loro interno. Inoltre, bisogna prestare attenzione a possibili blackout di corrente elettrica: se c’è un passaggio di acqua a lampada spenta o esaurita, i virus e i batteri infetteranno di nuovo tutto il sistema.

Nel caso in cui, infine, si necessita di utilizzare l’acqua contaminata da batteri prima di installare un impianto di clorazione, si può farla bollire per alcuni minuti, se si ha la certezza che non siano presenti inquinanti chimici. In quest’ultimo caso la bollitura acuirebbe il problema. Questo argomento, tuttavia, sarà approfondito nella prossima pubblicazione dedicata alle caratteristiche chimiche dell’acqua di pozzo.

Sorgiva Srl

Sorgiva Srl, con sede principale a Roma, via F. Jorini 61, è una società specializzata in sistemi di trattamento delle acque. Interviene operativamente nelle regioni Lazio, Toscana, Umbria, Abruzzo e Puglia per installazioni di impianti di potabilizzazione pozzi, depurazione dell’acqua di rubinetto e addolcimento dell’acqua calcarea. Fornisce assistenza tecnica e manutenzione di impianti a privati e a piccole, medie e grandi aziende. Vende on line tutti gli apparecchi per il trattamento dell’acqua e relativi ricambi. Fornisce consulenza e supporto tecnico a distanza in tutto il territorio nazionale.

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