Con l’accelerare dei cambiamenti climatici, le siccità sono sempre più frequenti in molte regioni. Pertanto, per rispondere alla crescente domanda di acqua alcuni siti industriali, comunità agricole e nuclei familiari cercano soluzioni immediate con l’estrazione dell’acqua dalle falde. Tuttavia, questa pratica di approvvigionamento, nel tempo, potrebbe rivelarsi anti-ecologica, mentre gli ecosistemi più avanzati e meno invasivi mirano a installare apparati di recupero dell’acqua piovana. Questa tendenza si sta man mano radicando in una nuova concezione di urbanizzazione che presuppone, tra l’altro, la bioedilizia e le case ecosostenibili. L’intento è quello di invertire la rotta rispetto al cieco sfruttamento delle risorse naturali che ha caratterizzato gli ultimi secoli. Materiali naturali, energie rinnovabili, recupero idrico, pavimentazioni drenanti, riqualificazione sono i simboli di un nuovo stile di vita in contrapposizione all’urbanizzazione sfrenata e incontrollata, responsabile delle emissioni di gas a effetto serra, dell’inquinamento dell’acqua e dell’aria, della perdita della biodiversità, ecc.

Come affrontare la scarsità di acqua e le inondazioni

In una sessione della Conferenza interministeriale, la FAO ha dibattuto a fondo questi temi, confermando il vecchio adagio secondo cui prevenire costa meno, in termini economici, ecologici e umani, che intervenire a disastro avvenuto.

Il recupero delle acque piovane è una delle iniziative importanti che portano beneficio all’ambiente e alle comunità. Questa pratica permette di conservare le riserve delle acque sotterranee, di irrigare le piante senza sprecare le acque di rete e, quindi, di fare economia risparmiando sulla bolletta.

In Francia, nella città di Lens, l’amministrazione comunale ha regalato 1000 recuperatori di acqua piovana, per alleviare la siccità e la crisi idrica, dando esempio di grande civiltà. Per ora si tratta di un’iniziativa sperimentale, ma in futuro questo sistema potrebbe diffondersi e diventare una prassi comune. Il concetto di base è quello di sfruttare l’acqua piovana che scorre sulle grondaie e sui tetti per irrigare piante e orti, preservando l’acqua potabile per usi destinati al consumo umano.

Approvato in Italia il decreto siccità per la libera edilizia: realizzazione di vasche di raccolta acque piovane, semplificazioni per impianti fotovoltaici flottanti e di desalinizzazione

Da mercoledì 14 giugno 2023 è in vigore la legge 68/2023 contenente le “disposizioni urgenti per il contrasto della siccità idrica e per il potenziamento e l’adeguamento delle infrastrutture idriche”.

In particolare, il testo individua specifiche misure volte a prevenire la siccità: resilienza dei sistemi idrici, dispersioni idriche, aumento degli invasi, riutilizzo delle acque. Tra le varie misure, si prevede la possibilità di realizzare liberamente:

  • vasche di raccolta acque meteoriche per uso agricolo entro un volume massimo stabilito,
  • riutilizzo della acque reflue depurate per uso irriguo,
  • introduzione di notevoli semplificazioni nella realizzazione di impianti di desalinizzazione.

Realizzazione di vasche di raccolta piovane per uso agricolo

L’articolo 6, comma 1 del dpr 380/21 riguarda la realizzazione di vasche di raccolta delle acque piovane per uso agricolo anche mediante un unico bacino. Se la cisterna non supera un volume massimo di 50 metri cubi d’acqua per ogni ettaro di terreno coltivato, non è necessario richiedere la concessione di permessi speciali, ma rientra tra gli interventi della libera edilizia. 

Infine, fino al 2024, è possibile approfittare del bonus verde che prevede la detrazione Irpef del 36% anche sulle spese sostenute per impianti di irrigazione e realizzazione pozzi.

Si può bere l’acqua piovana se non è stata preventivamente trattata?

L’acqua della pioggia presenta contaminazioni microbiologiche e chimiche superiori ai parametri limite stabiliti dal Decreto Legislativo 31 del 2001 per le acqua destinate al consumo umano. L’acqua nel percorrere il suo ciclo naturale, dallo stato liquido a quello gassoso e poi nuovamente liquido, accumula polvere, residui di idrocarburi, pesticidi, metalli pesanti, contaminanti di animali e vegetali, solfati, sodio, ammonio ecc. Infine, anche nelle cisterne l’acqua può assorbire inquinanti supplementari.

Come potabilizzare l’acqua piovana per poterla destinare a uso umano

L’acqua della pioggia deve essere innanzitutto filtrata attraverso un primo dispositivo per eliminare i materiali inquinanti più voluminosi (foglie, escrementi d’uccello, sabbia, detriti ecc.), successivamente passa in un serbatoio di stoccaggio le cui dimensioni variano in base ad una serie di fattori (piovosità annua, tipo di installazione interrata o fuori terra, numero e tipologia di utenze da servire). Per depurare batteriologicamente l’acqua si ricorre alla clorazione o alla debatterizzazione a raggi UV, successivamente, a seconda dei contaminanti riscontrati, l’acqua passa attraverso filtri a sabbia, ultrafiltrazione o osmosi inversa. Un sistema di pompaggio permette di rifornire varie utenze. Manutenzione e cambio filtri vanno eseguiti regolarmente (almeno ogni sei mesi).

Sorgiva Srl, azienda specializzata nei sistemi di trattamento acque

La Sorgiva Srl, con sede principale a Roma, via F. Jorini 61, è una società specializzata in sistemi di trattamento dell’acqua. Interviene operativamente nelle regioni Lazio, Toscana, Umbria, Abruzzo e Puglia per installazioni di impianti di potabilizzazione di pozzi e acqua piovana, depurazione dell’acqua di rubinetto e addolcimento dell’acqua calcarea. Fornisce assistenza tecnica e manutenzione degli impianti a privati e a piccole, medie e grandi aziende. Spedisce in tutta Italia gli apparecchi per il trattamento dell’acqua e relativi ricambi, offrendo consulenza e supporto tecnico a distanza durante il montaggio dei dispositivi.

Per informazioni, consulenze, sopralluoghi e preventivi inviare una mail a

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