Dott. Francesco Gabbai – Geofisico e responsabile tecnico di Sorgiva

Se stai utilizzando un pozzo per irrigare il tuo orto o un piccolo terreno agricolo e ti sei chiesto se l’acqua che usi sia davvero sicura, non sei l’unico. È una domanda che riceviamo spesso, soprattutto da chi coltiva verdure, frutta o erbe aromatiche da portare in tavola, magari crude.

In particolare, molti ci chiedono:
“Le piante assorbono i batteri? E cosa succede se l’acqua contiene ferro, nitrati o altri inquinanti?”

In questo articolo analizzeremo il quadro scientifico e normativo, italiano ed europeo, per comprendere perché sia sempre consigliabile sottoporre l’acqua di pozzo a analisi prima di utilizzarla, anche solo per l’irrigazione dell’orto.


Le piante assorbono i batteri?

In linea generale, i batteri patogeni non penetrano nei tessuti vegetali attraverso le radici, ma possono comunque rappresentare un rischio indiretto:

  • possono depositarsi sulle piantine dell’orto, soprattutto nei prodotti a foglia larga (lattuga, rucola, spinaci) o su frutti a basso fusto (fragole, zucchine);
  • possono sopravvivere nel terreno umido e contaminare gli ortaggi che, in tal caso, non dovrebbero essere consumati crudi;
  • l’irrigazione con acqua contaminata può trasportare microrganismi patogeni sulle piante, con rischio di ingestione se i prodotti non vengono lavati, disinfettati con soluzioni alimentari (es. ipoclorito) o cotti. Tuttavia, il rischio microbiologico è maggiore se si utilizza l’irrigazione a pioggia o a microaspersione, poiché facilita il contatto diretto tra l’acqua contaminata e la parte edibile della pianta. Al contrario, l’irrigazione a goccia riduce notevolmente il pericolo, perché l’acqua viene erogata direttamente al suolo senza bagnare le foglie o i frutti.

L’Istituto Superiore di Sanità, nelle Linee guida nazionali per i Piani di Sicurezza dell’Acqua (PSA) evidenzia l’importanza di considerare la qualità microbiologica e chimica dell’acqua anche in uso indiretto sul cibo. In particolare, nei dossier ISS dedicati alla ‘Sicurezza microbiologica degli alimenti’, sottolinea come E. coli, Salmonella e Campylobacter possano contaminare ortaggi freschi attraverso acqua e suolo non controllati.


E per quanto riguarda gli inquinanti chimici?

A differenza dei batteri, molte sostanze chimiche vengono assorbite dalle piante tramite le radici e si accumulano nei tessuti commestibili. Gli inquinanti più comuni sono:

  • Nitrati: si concentrano soprattutto negli ortaggi a foglia. Un eccesso può risultare pericoloso, in particolare per bambini e donne in gravidanza.
  • Ferro e manganese: sono micronutrienti utili alle piante se presenti in piccole dosi, ma un’acqua troppo ricca di questi elementi può danneggiare il suolo e ostruire gli impianti di irrigazione.
  • Metalli pesanti, come arsenico, piombo, cadmio, nichel e cromo, possono essere assorbiti e accumularsi in foglie, radici e frutti, come conferma anche uno studio del Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli (2021).
  • PFAS (sostanze perfluoroalchiliche), noti come “inquinanti eterni”, si accumulano nell’ambiente e nelle piante. Alcuni PFAS, come il PFOA e il PFOS, sono classificati come ‘possibilmente cancerogeni’ (IARC Gruppo 2B) e sono noti interferenti endocrini, con possibili effetti su sviluppo e fertilità.

Cosa dice la legge?

Il Decreto legislativo 18/23, che disciplina la qualità delle acque potabili, non si applica direttamente all’irrigazione, ma indica che l’acqua destinata al contatto con alimenti deve rispettare determinati parametri di sicurezza.

Il Regolamento UE 2020/741 stabilisce che l’acqua usata per irrigare colture alimentari (in particolare se recuperata o reflua) deve essere preventivamente trattata, proprio per ridurre il rischio microbiologico e chimico.

In sintesi: la legge non obbliga a usare acqua potabile per irrigare, ma incoraggia l’utilizzo di acque controllate e trattate per ridurre i rischi.


Quando preoccuparsi

Ci sono segnali che possono indicare la presenza di contaminanti nell’acqua del pozzo:

  • odore sgradevole o torbidità;
  • biofilm o alghe all’interno dei tubi;
  • incrostazioni rossastre (tipiche del ferro);
  • verdure che anneriscono rapidamente o sviluppano muffe;
  • sapore metallico o amaro nei prodotti coltivati.

Se il pozzo è poco profondo, vicino a campi coltivati, concimi o fosse biologiche, è ancora più probabile una contaminazione microbiologica o chimica.


Cosa può fare Sorgiva per chi usa acqua di pozzo

Anche se l’acqua non è destinata al consumo diretto, potrebbe comunque non essere sicura per irrigare ortaggi da mangiare. Per questo motivo, noi di Sorgiva consigliamo sempre di effettuare analisi regolari.

Offriamo:

  • Analisi microbiologiche e chimiche complete presso laboratori certificati.
  • Trattamenti specifici per ferro, manganese, arsenico, nitrati e PFAS.
  • Disinfezione UV o con perossido di idrogeno.
  • ✅ Soluzioni modulari, anche per orti domestici, agriturismi, vivai e aziende agricole.

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Per un’analisi mirata dell’acqua del tuo pozzo o una soluzione giusta per il tuo orto o agriturismo, contatta il team tecnico di Sorgiva.

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