Fanno riflettere i dati emersi dal Rapporto nazionale dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), pubblicato lo scorso mese di dicembre. Nel rapporto sono riportati e analizzati i risultati delle indagini condotte nel biennio 2017-2018 su tutto il territorio nazionale, con l’intento di monitorare lo stato di contaminazione da pesticidi delle acque di superficie e sotterranee.

pesticidi nelle acque di superficie e sotterranee

I pesticidi, da un punto di vista normativo, comprendono i prodotti fitosanitari, utilizzati per la protezione delle piante e per la conservazione dei prodotti vegetali, e i biocidi impiegati in vari campi di attività (disinfettanti, preservanti, pesticidi per uso non agricolo, ecc.).

Inoltre, uno degli aspetti più critici evidenziati è la presenza di miscele di sostanze chimiche sia nelle acque di superficie che profonde. Questi cocktail, secondo il rapporto, hanno una letalità superiore a quella dei singoli componenti. A questo proposito si precisa che:

La valutazione di rischio, nello schema tradizionale, considera gli effetti delle singole sostanze e non tiene conto dei possibili effetti delle miscele presenti nell’ambiente. Anche a causa della presenza di miscele, c’è consapevolezza, a livello scientifico e normativo, che il rischio derivante dalle sostanze chimiche sia sottostimato.  La presenza di pesticidi nelle acque superficiali pone la questione delle possibili ripercussioni negative sull’uomo e sull’ambiente.

Quindi, l’inquinamento chimico rappresenta un rischio per gli ecosistemi, ma anche per l’uomo che assimila questi elementi attraverso l’acqua, il cibo e le vie respiratorie. Pertanto, i relatori del rapporto ricordano che

in caso di contaminazione di acque superficiali e sotterranee che possono essere fonte di approvvigionamento di acqua potabile, si rendono necessari interventi di depurazione

Trattamento delle acque destinate al consumo umano

In funzione del tipi di inquinanti, esistono diverse metodologie di depurazione.

Per l’inquinamento da pesticidi nelle acque destinate ad uso potabile si può ottenere un buon risultato con una microfiltrazione a carboni attivi o con l’ultrafiltrazione. Nel caso di inquinamento dovuto a metalli, come arsenico o piombo, oppure da residui delle concimazioni, quali fosfati, nitrati, nitriti ecc., il metodo più efficace e sicuro è l’osmosi inversa.

Oggi il mercato offre diversi sistemi di filtrazione e tipologie di dispositivi che si adattano alle singole esigenze sia per grandi impianti che per uso domestico.

Ad ogni modo, bisogna sempre tener presente, nel valutare l’intervento più opportuno, se si tratta di acqua di acquedotto o di pozzo.

Nel primo caso, l’acqua è potabile ma potrebbe non essere di nostro gradimento oppure contenere tracce di inquinanti, anche se nei limiti prescritti dalla legge.

Se, invece, si tratta di acqua di pozzo, quindi di acqua sotterranea e non trattata, è necessario innanzitutto procedere ad un’analisi chimica e microbiologica di un campione dell’acqua stessa. Sulla base delle risultanze, è possibile fare un piano di intervento per la potabilizzazione del pozzo.

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