Filtrazione e depurazione dell'acqua

Attualmente si parla molto dei sistemi di depurazione e filtrazione dell’acqua. Tutti vogliamo avere la certezza che l’acqua che beviamo sia salubre e di buona qualità, ma anche di nostro gusto.

Tuttavia. non siamo certamente noi contemporanei ad essere i primi a ricercare la buona qualità dell’acqua. Da sempre l’uomo ha dovuto procurarsi da bere e, già negli scritti antichissimi, vi sono riferimenti a metodi rudimentali per la filtrazione. Il motivo principale che spingeva gli antichi a escogitare sistemi di filtrazione era quello di eliminare la torbidità e rendere l’acqua limpida. Non si sapeva ancora nulla dei microrganismi o delle contaminazioni chimiche, per cui la trasparenza, l’assenza di odori e di sapori particolari erano sinonimo di salubrità.

Il trattamento dell’acqua attraverso i secoli

Già 2000 anni a.C. i greci e gli antichi indiani facevano bollire l’acqua e la filtravano attraverso la sabbia e la ghiaia per eliminarne la torbidità. I Greci furono i primi a mostrare interesse verso la qualità dell’acqua e, per depurarla, usarono i bacini di aerazione. Gli egiziani ricorsero all’allume per la decantazione delle particelle in sospensione. Alcune immagini di questa tecnica sono rappresentate sui muri della tomba di Amenofi II e Ramses II. Nel 500 a.C., Ippocrate scoprì il potere curativo dell’acqua e escogitò il primo filtro a sacco, noto come la “manica di Ippocrate”. Nel 300-200 a.C. i romani realizzarono i primi acquedotti costruiti per trasportare l’acqua delle sorgenti nelle città, con una struttura tale da proteggerla dagli inquinanti esterni.

Purtroppo, però, con la caduta dell’Impero romano, i Goti distrussero molti acquedotti per assetare la popolazione e quelli rimasti caddero in disuso per mancanza di manutenzione. Si tornò così a bere acqua stagnante, attinta dai pozzi e dalle sorgenti, spesso inquinata dai rifiuti organici e inorganici. E questo stato di cose fu all’origine di malattie e epidemie.

Il trattamento dell’acqua a partire dal 18° secolo

Nel 1746 in Francia si realizzarono i primi filtri per uso domestico, costituiti di lana, spugna e carbone. Successivamente, nel 1800 in Scozia si costruì la prima stazione municipale di depurazione dell’acqua mediante una filtrazione lenta attraverso la sabbia. E per la prima volta si teorizzò il principio fondamentale che ogni cittadino dovesse poter accedere all’acqua potabile. Tuttavia, per raggiungere questo obiettivo sarebbe dovuto passare ancora molto tempo…

L’origine della clorazione

Nel 1854 una terribile epidemia di colera colpì un quartiere di Londra. Questo evento è oggi ricordato soprattutto per gli studi del medico inglese John Snow che, per primo, collegò la diffusione del colera all’acqua contaminata. Infatti, lo scienziato britannico dimostrò che una pompa pubblica di un quartiere londinese, la quale prelevava acqua da una sezione del Tamigi inquinata da liquami, era stata la causa scatenante dell’epidemia. Inoltre, Snow osservò che il contagio era meno grave nelle aree dotate di filtri a sabbia. Per la prima volta nella storia, sperimentò inoltre l’impiego del cloro per la disinfezione dell’acqua. Questa scoperta influenzò, in modo determinante, la salute pubblica e aprì le porte alla costruzione di impianti di depurazione più efficaci.

Con lo sviluppo delle tecniche di clorazione diminuirono sensibilmente le malattie provocate dall’acqua contaminata, quali il colera e il tifo.

Successivamente, però, anche la clorazione evidenziò i suoi limiti, in quanto il cloro evapora più rapidamente dell’acqua. Allora si sperimentarono altre tecniche. Nel 1902, in un sistema di approvvigionamento di acqua potabile in Belgio, furono mischiati l’ipoclorito di calcio e il cloruro ferrico. In Francia nel 1906, per la prima volta, si utilizzò l’ozono come disinfettante.

Inquinamento di origine antropica

Con l’industrializzazione e l’aumento del consumo di acqua, soprattutto nella seconda metà del secolo scorso, esplosero drammaticamente le preoccupazioni per gli effetti letali conseguenti all’inquinamento delle acque per scarichi industriali, residui di pesticidi, prodotti chimici organici ecc.

Le indagini sulla salubrità dell’acqua non si limitarono più alla sola presenza di microorganismi, ma contemplarono anche l’inquinamento di origine antropica, responsabile di malattie letali, come il cancro.

Da allora, il settore dei sistemi di filtrazione e depurazione ha registrato un enorme e costante sviluppo, arricchendosi di varie tecnologie per il trattamento dell’acqua, come l’osmosi, la microfiltrazione, l’ultrafiltrazione, la disinfezione mediante debatterizzatori a raggi UV e l’addolcimento a scambio ionico.

Le normative sulle acque potabili

A partire dal 1914 i legislatori iniziarono a delineare le prime normative sull’acqua potabile.

Gli USA stabilirono il primo standard di potabilità definendo la quantità massima di batteri per litro d’acqua in meno di 2 batteri coliformi ogni 100 ml.

In Italia nel 1934 il testo unico sulle leggi sanitarie (R.D 27 luglio 1934 nr. 1265) istituì l’obbligo a carico dei Comuni di fornire acqua pura. Con ciò, l’approvvigionamento e il servizio idrico divennero un vero e proprio obbligo di legge.

La prima disciplina organica in materia di tutela delle acque nell’ordinamento italiano risale alla legge 319/1976, c.d. Legge Merli, che elencò le sostanze inquinanti, ponendo i limiti al loro scarico e concentrazione nelle acque.

Successivamente si sono susseguite una serie di normative nazionali e direttive CEE che regolamentavano la qualità delle acque destinate al consumo umano, definendo le concentrazioni massime ammissibili e i valori guida per differenti parametri chimici e microbiologici.

La normativa finora in vigore in Italia è il D.Lgs. 31/2001, e successive modificazioni e integrazioni, che recependo la Direttiva europea 98/83/CE disciplina il settore delle acque potabili e definisce i parametri analitici.

Il 12 gennaio 2021 è entrata in vigore la nuova direttiva europea sull’acqua potabile EU 2020/2184 , che mira ad offrire acqua di rubinetto di alta qualità in tutta l’UE. Gli Stati membri hanno due anni di tempo per recepire le modifiche nelle loro norme nazionali. Uno dei principali obiettivi della direttiva è quello di incentivare l’uso dell’acqua pubblica e ridurre il consumo dell’acqua in bottiglia al fine di eliminare i rifiuti di plastica.

Per informazione e approfondimenti sulle tecniche di depurazione e filtrazione dell’acqua potete inviare una mail a

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