L’amianto o asbesto è un minerale molto diffuso in natura e largamente utilizzato fino agli anni ottanta soprattutto nell’edilizia. Tale sostanza è stata impiegata anche per la costruzione di serbatoi e di tubature degli acquedotti, fino a quando la legge nr. 257 del 1992 ne ha vietato l’uso perché cancerogeno. Sebbene nei serbatoi le fibre di amianto siano bloccate all’interno dal cemento, l’usura, la vetustà degli impianti, le rotture che possono subire e, spesso, la mancanza di manutenzione, liberano tali fibre che, trasportate dall’acqua, raggiungono il rubinetto di casa. In Toscana, la presenza nel territorio di reti acquedottistiche realizzate in cemento-amianto e la temuta contaminazione dell’acqua destinata al consumo umano, ormai da anni, sono oggetto di crescente attenzione sia da parte delle autorità che dei cittadini. Tanto che l’Autorità Idrica Toscana, in collaborazione con Regione Toscana e Sistema Sanitario, nonché con tutti i Gestori di Servizio Idrico Integrato, ha promosso un sistema di monitoraggio omogeneo integrato sul territorio toscano con l’intento di verificare la presenza di fibre di amianto nelle acque di acquedotto.

Nel report di febbraio 2018 effettuato dall’Autorità idrica toscana è emerso che

ben 59 prelievi, in 33 diversi comuni, hanno registrato la presenza di fibre di amianto disciolte nell’acqua.

In particolare a Marina di Pisa e ad Agliana, in provincia di Pistoia e nelle vicinanze di Prato la
concentrazione di fibre per litro è risultata molto alta.

I timori dei cittadini in Toscana

Il quotidiano “FirenzeToday” del 28 ottobre 2018 aveva titolato Acqua”Trovate fibre di amianto“, riferendosi all’allarme lanciato da alcuni consiglieri comunali secondo cui

gli acquedotti toscani versano in pessime condizioni, con perdite elevate o elevatissime, scarsa manutenzione e pochi investimenti…………negli stessi acquedotti ci sono quasi 2mila chilometri di tubi che contengono amianto, vetusti e spesso in cattive condizioni, ma che portano l’acqua potabile nelle nostre case”

Le fibre di amianto nelle tubature dei privati

Quando si parla del pericolo amianto nelle tubature, ci si riferisce quasi sempre a quelle degli acquedotti. E le tubature dei privati e dei condomini? Anche molte di queste, prima del divieto, venivano realizzate in eternit, un impasto che contiene amianto. Pertanto, se spesso si parla degli acquedotti e della necessità di rimuovere le vecchie tubature o, quanto meno, di procedere a serie manutenzioni che impediscano la fuoriuscita delle fibre, poco si parla delle abitazioni private, delle scuole, degli ospedali. Infatti, i gestori idrici e le asl sono responsabili della qualità e della potabilità dell’acqua fino al punto di allaccio con i contatori. Pertanto, le tubature private sono di esclusiva risponsabilità degli utenti. L’acqua passando attraverso tubi obsoleti e non mantenuti assorbe detriti, eventuali fibre di amianto e, nel caso di ristagni, anche virus come la legionella.

Come tutelarsi dalle fibre di amianto?

Come possiamo essere tranquilli che l’acqua di rubinetto che usiamo per la nostra alimentazione e quella dei nostri figli sia totalmente sicura?

Oggi in commercio esistono impianti e apparecchi domestici in grado di filtrare l’acqua da inquinanti vari, tra cui pesticidi, metalli pesanti, amianto, pfas, virus e batteri.

Naturalmente per ogni specifico problema bisogna trovare la giusta soluzione.

I sistemi di microfiltrazione rimuovono, le fibre di amianto, il pfas e migliorano notevolmente la qualità dell’acqua, senza eliminare i minerali contenuti in quella specifica acqua. Questi apparecchi producono, inoltre, per chi lo desidera, anche acqua naturale, frizzante, fredda, a temperatura ambiente – basta spingere l’apposito tasto. Ne esistono svariati modelli che rispondono al gusto estetico e al budget di ognuno,

L’osmosi inversa elimina dall’acqua tutte le particelle fino a 0.001 micron, quindi sali, metalli, inquinanti di vario genere, pesticidi, amianto, pfas, virus, batteri ecc. L’acqua che ne deriva è oligominerale, lievissima e purissima. L’apparecchio si colloca sotto lo zoccoletto della cucina oppure, per chi ha spazio, sotto il lavandino. Questi ultimi sono meno costosi.

Approfittate del bonus depuratori per migliorare la qualità della vostra acqua e risparmiare

In questi ultimi anni il depuratore d’acqua sta entrando nelle famiglie degli italiani, accettato come un elettrodomestico necessario. L’incentivo statale, che permette di detrarre fiscalmente il 50% della spesa sostenuta fino a un massimo di € 1000, sta facendo riflettere molti cittadini sull’importanza di migliorare l’acqua del proprio rubinetto e evitare di comprare acqua nel supermercato. Tutti ormai sono consapevoli dei disastri ambientali che lo smaltimento delle bottiglie di plastica sta producendo. Dal rubinetto di casa è possibile bere l’acqua che si desidera: oligominerale oppure ricca di minerali, ma sempre depurata. Fredda, a temperatura ambiente, frizzante, naturale, basta spingere il pulsante giusto. E allora perché caricarsi delle bottiglie d’acqua, spendendo soldi e occupando spazio in casa e in frigo?

Sorgiva anche in Toscana

L’azienda Sorgiva, con sede a Roma, ha precorso i tempi e ha iniziato la campagna del km0 oltre venticinque anni fa. Si occupa di trattamento d’acqua a 360°, sia per privati che per grandi aziende, cliniche, uffici, bar, ristoranti ecc. É, inoltre, specializzata in potabilizzazione di pozzi artesiani e addolcimento dell’acqua, ma soprattutto non lascia mai soli i suoi clienti. Interviene per qualsiasi problema che si presenti nel tempo e cura le manutenzioni ordinarie e straordinarie degli apparecchi e degli impianti.

Oggi Sorgiva conta molti clienti anche in Toscana, dove opera un proprio responsabile aziendale

Per informazioni e approfondimenti potete telefonare al

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