a cura del Dott. Francesco Gabbai, geofisico e responsabile tecnico di Sorgiva
L’arsenico è un semimetallo presente in natura sotto forma organica e inorganica, ma quest’ultima è la più tossica. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) lo ha classificato come cancerogeno per l’uomo e l’OMS lo ha elencato fra le dieci sostanze più pericolose per la salute. Il valore limite di arsenico nelle acque destinate al consumo umano è di 10 µg/L (0,010 mg/L). Al di sopra di questa soglia l’acqua è “non conforme” e, per legge, i comuni sono tenuti a emanare ordinanze di non potabilità finché il parametro non rientra nei limiti.
1. Perchè in Sardegna l’arsenico è un problema diffuso?
Alcune delle aree della Sardegna sono particolarmente ricche di minerali, i quali possono avere origini naturali o industriali.
- Origine naturale. Le aree metallifere dell’Iglesiente-Sulcis e del Sarrabus-Gerrei ospitano giacimenti di solfuri e arsenopirite che rilasciano arsenico in falda e nelle sorgenti per dissoluzione e ossidazione naturale. Uno studio pubblicato su sciencedirect.com ha documentato contaminazioni di origine geogenica a valle dei giacimenti del bacino del Baccu Locci. Nel Campidano, invece, la presenza di arsenico è legata a fenomeni di trasporto o a condizioni geochimiche locali.
- Eredità mineraria e industriale. Le attività estrattive storiche, così come episodi più recenti hanno aggravato il problema. Un caso emblematico è quello dell’azienda chimica Fluorsid a Macchiareddu che, secondo quanto riportato da Repubblica, avrebbe liberato arsenico nei suoli e nelle falde con concentrazioni fino a 140 volte superiori ai limiti di legge.
2. Come l’arsenico arriva nell’acqua di rete e nei pozzi artesiani
- L’arsenico nel sistema idrico pubblico. La società Abbanoa, gestore dell’acqua potabile per gli usi civili in Sardegna, capta l’acqua grezza da invasi e sorgenti. L‘ARPAS (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) effettua continui monitoraggi e, quando i livelli di arsenico superano i 10 µg/L., notifica i risultati ai comuni che emettono ordinanze di divieto d’uso potabile e avviano trattamenti di emergenza.
- Diffusione nei pozzi privati. Nel dossier “Acque sotterranee” di Legambiente, l’arsenico figura fra le sostanze che superano più di frequente gli standard di qualità nelle falde italiane.
2. Le soluzioni disponibili per rimuovere l’arsenico dall’acqua nei comuni
Tecnologia | Come funziona | Vantaggi | Limiti |
---|---|---|---|
Adsorbimento su ossidi di ferro granulari (GFH, Bayoxide) | L’arsenico pentavalente si lega ai siti ferrici del mezzo | Semplice, senza uso di reagenti chimici | Il materiale va sostituito o rigenerato |
Osmosi inversa | Membrane semipermeabili bloccano 95-99 % dell’arsenico | Rimuove anche nitrati, sali, PFAS, metalli pesanti, carica microbiologica | Concentrato salino da gestire; consumo energetico |
3. Soluzioni domestiche
- Osmosi inversa sottolavello è la soluzione più diffusa in Sardegna. Garantisce un abbattimento superiore al 95 % e occupa poco spazio.
- Filtri a media adsorbente (GFH o allumina attivata) sono cartucce che si sostituiscono ogni 6-12 mesi, ideali come prefiltri o per gestire piccoli flussi. Tuttavia, esistono anche filtri di grandi dimensioni per il trattamento dell’acqua di tutta l’abitazione o di un’azienda.
4. Cosa deve fare chi utilizza acqua di pozzo per consumo umano
- Analizzare l’acqua almeno una volta l’anno presso laboratorio accreditato (parametro “Arsenico” codice 103).
- Scegliere dispositivi marcati CE + DM 174 e certificazione di rimozione arsenico.
- Effettuare manutenzione programmata: la saturazione del mezzo adsorbente è silente e può far risalire i valori.
4. Uno sguardo alla normativa
- Il D.Lgs 23 febbraio 2023 ha recepito la nuova direttiva (UE) 2020/2184 sulle acque potabili, confermando il limite di 10 µg/L, ma imponendo Piani di Sicurezza dell’Acqua (PSA) a tutti i gestori, con focus sui contaminanti di origine naturale.
- La Regione Sardegna sta aggiornando il Piano di Tutela delle Acque introducendo mappe di suscettibilità all’arsenico nei sistemi acquiferi e linee guida per i pozzi aziendali.
5. Conclusione
- L’arsenico in Sardegna è un problema diffuso e interessa soprattutto fasce minerarie e pozzi profondi.
- Il limite di 10 µg/L è stringente, ma esistono tecnologie efficaci – dai grandi potabilizzatori ai sistemi sotto lavello – in grado di garantirne il rispetto.
- Analisi periodiche, trasparenza dei dati ARPAS/Abbanoa e corretta scelta dei trattamenti sono necessari per mantenere la presenza di arsenico nei limiti previsti dalla legge.
6. Cosa offre Sorgiva
Sorgiva Srl, azienda specializzata nel trattamento delle acque, propone soluzioni su misura per privati, aziende, uffici e strutture ricettive.
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