Tutti prima o poi ci troviamo in situazioni ansiogene, in vacanza o in una casa di campagna con un pozzo artesiano o anche nella nostra abitazione soprattutto dopo lavori di idraulica. Allora siamo assaliti dal dubbio: bevo o non bevo l’acqua di rubinetto? Prima di disinfettare una ferita, faccio bollire l’acqua? Mi incuriosiva sempre da bambina mia nonna intenta a bollire la siringa prima di farmi quella fastidiosissima puntura. Tutti abbiamo questi ricordi.
L’acqua bollita è garanzia di sicurezza?
L’acqua di rubinetto non è sterile, ma le fasi di disinfezione cui viene sottoposta, soprattutto con l’aggiunta di cloro, eliminano tutto ciò che potrebbe provocare danni alla salute.
Se però ci troviamo di fronte ad un’acqua, specie se di pozzo, che potrebbe contenere batteri anche pericolosi, come coliformi fecali o l’E. coli, in tal caso bollirla per alcuni minuti uccide tutti i batteri. L’acqua così sterilizzata può essere bevuta e usata per lavare verdure, pulire ferite e quant’altro.
Il problema si pone in presenza di elementi chimici o minerali, quali pesticidi, nitrati, mercurio, arsenico, piombo ecc. In questi casi bollire l’acqua ne accresce la nocività, in quanto l’evaporazione aumenta la concentrazione degli inquinanti.
Caratteristiche dell’acqua
A scuola ci hanno insegnato che la formula dell’acqua è H2O. Nella realtà, però, oltre a idrogeno e ossigeno, essa contiene molti altri elementi chimici che provengono in gran parte dalla conformazione morfologica del territorio. Se le falde sono ricche di calcio l’acqua è calcarea, se contengono mercurio e arsenico questi elementi vanno ad arricchirla.
Tuttavia, negli acquedotti queste sostanze non superano i limiti prescritti dalla legge, anche se non è sempre possibile garantire la qualità dell’acqua di rubinetto dopo essere passata attraverso le condutture private degli appartamenti. Infatti, è stato riscontrato che tubature obsolete potrebbero contenere materiale nocivo, se non addirittura piombo.
Un discorso diverso va fatto per le acque di pozzo o di sorgente che, se non trattate, potrebbero rivelarsi nocive per la salute.
Allora, che fare per tutelare la nostra salute?
Oggi il mercato offre numerose soluzioni che permettono di trattare le acque e renderle conformi ai nostri bisogni e ai nostri gusti.
Per avere la certezza di bere un’acqua perfettamente salubre non è necessario farla bollire.
L’acqua di rubinetto
Se decidessimo di trattare l’acqua già potabile di casa, possiamo ricorrere a diverse soluzioni:
- filtro a carboni per eliminare il retrogusto di cloro, pur conservando i minerali disciolti,
- osmosi inversa per un’acqua leggera, oligominerale e assolutamente sicura,
- addolcitore per tutelare l’impiantistica di casa e gli elettrodomestici in presenza di un’acqua molto calcarea, come quella di Roma.
L’acqua di pozzo
Per le acque di pozzo artesiano il discorso è diverso. Nel caso volessimo utilizzare questa risorsa, soprattutto se la nostra abitazione non è allacciata con la rete idrica, la prima cosa da fare è un’analisi completa chimica e batteriologica di un campione d’acqua. Sulla base dei risultati è possibile progettare un impianto di trattamento adeguato.
Ci sono vari sistemi di intervento.
Se la carica batterica è alta, allora si installa un sistema di clorazione o un debatterizzatore a raggi UV.
In caso di presenza di elementi chimici e inquinanti (fluoruri, ferro, nitrati, arsenico, piombo, pesticidi, residui industriali ecc.) allora è necessario ricorre all’osmosi inversa.
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