Arsenico e salute

Cos’è l’arsenico e come interagisce con la nostra salute

L’arsenico è un elemento chimico esistente in che si trova su tutta la crosta terrestre.  Il consumo prolungato di acqua con notevoli concentrazioni di arsenico provoca un aumento delle incidenza di patologie tumorali a carico del polmone, della pelle e degli organi interni, e può provocare alterazioni cardiovascolari e cutanee e cheratosi nelle parti non esposte al sole.

L’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (I.A.R.C.) considera l’arsenico come cancerogeno di classe 1.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità nelle sue linee guida adotta per l’arsenico un limite di riferimento pari a 10 microgrammi/ Litro (µg/L), proprio per gli effetti che ha sulla salute. Anche l’Italia si è dovuta adeguare a questi valori, sebbene con notevole ritardo. L’arsenico è presente nelle falde acquifere di moltissime province, in particolare nel centro-nord della penisola, seppure con valori diversi.  Dai risultati di un recente monitoraggio sulla presenza nelle acque prelevate da 1000 pozzi privati del Mantovano, si è rilevato un superamento dei 10 µg/L nel 30% delle analisi effettuate, con valori di concentrazione solitamente non superiori ai 50 µg/L, ma che in alcuni casi hanno raggiunto i 150 µg/L.

Gli acquedotti pubblici

Per quanto riguarda gli acquedotti pubblici, superamenti dei limiti sono stati riscontrati in diverse realtà, sopratutto dell’alto Lazio. le società che gestiscono tali acquedotti, con l’aiuto di fondi regionali, sono corse ai ripari, con l’ installazione di impianti di abbattimento dell’arsenico, spesso con notevole dispendio di risorse economiche, e per il momento, la situazione è stata arginata quasi ovunque e, se l’acqua erogata rispetta i limiti previsti dalla normativa  è sicura. La sicurezza e la qualità dell’acqua distribuita dalle reti acquedottistiche sono garantite dal monitoraggio “in continuo” effettuato da ciascun Ente Gestore secondo il proprio piano di controlli interni, ai quali si aggiungono i controlli esterni effettuati direttamente dall’ASL.

I pozzi privati

Il possibile rischio di esposizione all’arsenico attraverso l’acqua utilizzata a scopo potabile persiste per la popolazione non servita da acquedotto. Per evitare l’esposizione a concentrazioni di arsenico superiori a quelle previste dal Decreto Legislativo n. 31/2001 (che garantiscono la massima tutela per la salute) diventa indispensabile che chi, risiedendo in zone non raggiunte dall’acquedotto, non ha la possibilità di allacciarsi, deve effettuare un’analisi di potabilità che preveda, oltre ai normali parametri chimici e microbiologici, anche la ricerca del parametro ARSENICO. Se dall’analisi venisse rilevato per l’arsenico un valore superiore ai 10 µg/L, l’acqua non potrà essere considerata potabile fino a quando non sarà depurata da questo metallo con i vari sistemi di filtrazione esistenti in commercio.