ALLARME NEL PRATESE
“ATTENZIONE ALL’ACQUA DEI POZZI”

Il direttore dell’Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) ha lanciato un appello ai cittadini: ”Attenzione all’acqua dei pozzi” il cui utilizzo richiederebbe analisi preliminari di potabilità (sia microbiologiche che chimiche).

Inoltre, alla luce di recenti scoperte, sarebbe opportuno valutarne anche la qualità ai fini dell’utilizzo per attività agricole. “I dati che abbiamo – precisa Andrea Poggi, direttore dell’Arpat – sono ancora troppo frammentari”.

L’annoso problema dell’inquinamento delle falde acquifere nel Pratese, emerso agli onori della cronaca già dagli anni ’90, sta assumendo oggi contorni sempre più preoccupanti in tutta la zona, ma soprattutto nelle aree di Capezzana e San Giusto/Grignano, punti critici della falda.

L’Arpat intende effettuare ulteriori indagini sotterranee al fine di “disegnare una mappa più precisa dell’andamento del’inquinamento che aiuti anche ad individuarne le fonti”. Avviato nel 2015, Il lavoro di mappatura ha evidenziato uno “stato chimico fortemente compromesso” con contaminazioni da organo-alogenati, in particolare cloro, fluoro e bromo.

inquinamento falde nel pratese

Immagine di Massimliano Galardi sotto licenza CC BY-SA 3.0

Secondo Poggi, le cause dell’inquinamento sono molteplici, quali dispersione diffusa proveniente da reti fognarie, fatti accidentali, come la rottura di cisterne o l’innalzamento delle falde. In quest’ultimo caso scatta l’allarme percloroetilene, un solvente utilizzato nel tessile, soprattutto nelle lavanderie industriali e artigianali. “Il percloroetilene è una sostanza che aderisce al terreno formando delle sacche residuali, dove rimane finché la falda, risalendo, non le incontra provocando il loro scioglimento nell’acqua”, spiega Andrea Poggi, “in pratica è come se ci fossero dei serbatoi in grado di contaminare la falda a lungo nel tempo; questo spiegherebbe l’aumentare dei livelli di concentrazione”. Infine, il direttore dell’Arpat invita i privati cittadini in possesso di pozzi a richiedere l’intervento dell’Agenzia per effettuare prelievi ed analisi al fine di “acquisire nuovi elementi e completare il lavoro di mappatura nelle zone ad alta concentrazione di inquinamento”.