Molti residenti tra Pescara e Chieti si chiedono se l’acqua della rete idrica sia davvero “dura” al punto da richiedere un trattamento con addolcitore. In questo articolo cerchiamo di fare chiarezza, partendo dai dati ufficiali sulla durezza dell’acqua per capire quando è opportuno intervenire, anche alla luce delle detrazioni fiscali oggi disponibili.
Cosa significa “acqua dura”?
L’acqua è definita dura quando contiene quantità elevate di sali di calcio e magnesio. Questa caratteristica, misurata in gradi francesi (°F), non pone rischi per la salute, ma provoca effetti ben noti: formazione di calcare su rubinetti e resistenze elettriche, maggiore consumo di detersivo, usura precoce di elettrodomestici e impianti, pelle più secca e irritata.
Dati ufficiali: quanto è dura l’acqua a Pescara e Chieti?
Secondo le analisi pubblicate dall’ARTA Abruzzo, la durezza media dell’acqua nella rete di distribuzione è la seguente:
- Pescara: tra 16 e 18,5 °F
- Chieti: tra 14,5 e 18 °F
Questi valori rientrano nella categoria “mediamente dura”, che va da 15 a 30 °F. Non si tratta dunque di acqua dolce, come talvolta si afferma basandosi solo sul residuo fisso, che misura altri parametri. È importante distinguere: il residuo fisso non indica la durezza, né è utile per prevedere la formazione di calcare.
In alcune aree collinari della provincia (es. Popoli, Tocco da Casauria, Bucchianico), l’acqua può risultare ancora più ricca di sali di calcio e magnesio, per via della natura calcarea del suolo.
Quando conviene installare un addolcitore?
Un addolcitore a scambio ionico è consigliato in tutti i casi in cui la durezza supera i 15 °F, come accade in gran parte di Pescara, Chieti e dei comuni limitrofi.
I principali benefici:
- Protezione degli impianti: riduce le incrostazioni nelle caldaie, negli scaldabagni e nei tubi.
- Risparmio: meno consumo di elettricità, saponi, detersivi e meno interventi di manutenzione.
- Comfort domestico: sanitari e superfici splendenti senza uso di prodotti anticalcare e spugnette abrasive, acqua più dolce sulla pelle, capi più morbidi.
Un impianto centralizzato, ad esempio in un condominio, consente di trattare tutta l’acqua a monte e può essere gestito con assistenza programmata da parte della ditta installatrice.
Agevolazioni fiscali: fino al 50% di detrazione
Chi installa un addolcitore nella propria abitazione o in un condominio può beneficiare dell’aliquota IVA al 10% e della detrazione IRPEF al 50%, a condizione che l’intervento comporti “modificazioni strutturali integranti opere di manutenzione straordinaria dell’abitazione e/o degli impianti relativi” (circolare dell’Agenzia delle Entrate nr. 20E del 13 maggio 2011, par. 2.3).
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